SEGUIRE GESU

SEGUIRE GESU

57 Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò dovunque andrai». 58 E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59 A un altro disse: «Seguimi». Ed egli rispose: «Permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60 Ma Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio». 61 Un altro ancora gli disse: «Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia». 62 Ma Gesù gli disse: «Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio». Luca 9: 57-62

 

Durante il suo ministero terreno molti volevano seguire Gesù, oppure è stato lui stesso ad invitarli a farlo. In questo brano vediamo tre atteggiamenti che Gesù affronta affinché possiamo considerarli per la nostra vita e la nostra chiamata.

1.   Entusiasmo senza aver valutato il prezzo da pagare

 

“Io ti seguirò dovunque andrai”

In queste parole ci sono tanto zelo ed entusiasmo dettati dalla circostanza particolare. Mentre Gesù era popolare, guariva, dava da mangiare, faceva miracoli, tutti volevano andare dietro a lui.

Anche oggi molti vogliono un Gesù così. Che ci soddisfa, che è popolare, che ci aiuta, che ci guarisce. Ci si avvicina a Dio come se fosse “il genio della lampada”.

Quando le cose peggiorarono chi è stato con Gesù? Anche i suoi fedelissimi lo abbandonarono. La Scrittura lo sottolinea con tristezza:

Ma tutti i suoi conoscenti e le donne che lo avevano accompagnato dalla Galilea stavano a guardare queste cose da lontano. Lc 23:49

Anche nel ministero dell’apostolo Paolo avviene qualcosa di simile; quando le cose si facevano difficili alcuni discepoli se ne andavano. Ritornavano ai loro affari, ai loro interessi, alle loro sicurezze. Cristo non era più attraente.

Ama forse il proprio Signore quel tale che vedendo Gesù coronato di spine, brama per se una corona d’alloro? Se Gesù ascese al trono mediante la croce, dovremmo noi esservi condotti in trionfo sulle spalle di una folla plaudente? Non vi illudete così vanamente! Considerate il prezzo che c’è da pagare e, se non siete disposti a prendere su di voi la croce di Cristo, tornatevene pure alla vostra bottega e ai vostri affari e dedicatevi ad essi! Lasciate solo che io sussurri al vostro orecchio: “Che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua?” C.H.Spurgeon

 

Spesso questo entusiasmo superficiale è mosso da una forza e da un impulso dell’IO, della nostra volontà psichica o carnale. E’ un inganno sottile che il nostro IO ha escogitato per continuare a mantenere il controllo e non dare invece la signoria allo spirito. L’accento è posto su “IO ti seguirò”. Sono io che scelgo, organizzo, decido. Poco mi importa della volontà di Dio, ma IO faccio la scelta e con le mie forze seguo Gesù. E’ uno sforzo religioso. L’IO e la carne sono in abominio a Dio, li vuole vedere morti. Gesù insiste spesso su questo punto, ad esempio in Luca 9:23-24:

23 Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. 24 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà.

 

Valutiamo ora la risposta di Gesù. Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi. E’ innato negli animali, ma possiamo sicuramente dirlo anche per l’uomo, il desiderio di sicurezza. Una casa, un luogo di riposo, delle certezze, la protezione.

Andare dietro a Gesù era una scelta difficile. Il Signore lo dice in modo chiaro e non lascia molto romanticismo a questi discepoli sognatori. “Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.

Vuoi seguire Gesù perché è sicuro? Oppure perché hai bisogno di riposo? Forse perché pensi di non dover più soffrire o piangere o lottare?

La risposta di Gesù sembra essere: “Ti sbagli di grosso! Se mi segui sei disposto a pagarne il prezzo?”

L’autore cristiano Tozer disse “Se si predicasse di più sulla vita crocifissa ci sarebbero più discepoli che persevererebbero”.

Seguire Gesù è possibile e appagante solo nella misura in cui ci affidiamo a lui e ci abbandoniamo a lui. Diceva ai suoi “Senza di me non potete fare nulla” Gv 15:15

La vita degli uomini di Dio è piena di pericoli, difficoltà, sfide di fede.

“Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.” 2 Tim 3:12

Ma chi segue davvero Gesù si affida a lui e in queste circostanze riesce a glorificare Dio. Basti pensare alla storia del naufragio di Paolo in Atti 27. Si trovava in quella circostanza drammatica non per delle sue mancanze, ma in piena sottomissione a Dio e al suo piano. E grazie alle sue preghiere e al suo conforto ha potuto salvare tutti quanti e a far conoscere il piano della salvezza in Cristo.

Sei alla ricerca di un posto dove posare il capo? Non hai ancora trovato un vero riposo? Fai come fece l’apostolo Giovanni, mettilo sul petto di Gesù! Quale luogo più intimo e sicuro di quello.

Su questo primo zelante personaggio vogliamo anche sottolineare una cosa importante: Gesù non lo manda via! E’ ben contento quando qualcuno vuole seguirlo. Deve però essere avvisato sul prezzo da pagare. Gesù è venuto per far cambiare direzione agli uomini, per riportarli a Dio. Questo è il significato della parola “conversione”.

In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. Gv 5:24

 

Il Buon Pastore raccoglie le sue pecore e le riporta al Padre.

14 Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, 15 come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16 Ho anche altre pecore, che non sono di quest’ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore. Gv 10:14-16

 

2.   La scusa: lasciami prima

 

Il secondo discepolo di cui si parla al v.59 e 60 non si offre spontaneamente ma è Gesù a chiamarlo “Seguimi”.

Immagina se Gesù in persona venisse ora davanti a te ti dicesse le stesse parola, la stessa chiamata. Credo che ci sarebbe un terremoto nel tuo cuore, in pochi istanti dovresti fare una scelta.

Gesù vide Matteo il pubblicano al banco delle imposte e gli disse “Seguimi”. Egli, senza indugio, lasciò tutto e lo seguì. (Mt 9:9)

Anche quando trova Filippo gli disse “Seguimi”. Dopo qualche titubanza iniziale si convinse alle sue parole e divenne un apostolo (Gv 1:43)

Giacomo e Giovanni stavano lavorando con il loro padre, rassettando le reti visto che erano pescatori. Gesù li chiama e prontamente lasciano tutto e lo seguono. (Mr 1:19-20)

Ma quando Gesù disse al giovane ricco di seguirlo questi si rattristò e rifiutò perché avrebbe dovuto scegliere tra la sicurezza della sua ricchezza e il Signore. (Mr 10:21)

Saresti disposto a seguire Gesù? Saresti pronto? La nostra mentalità è talmente incentrata su noi stessi che la prima reazione potrebbe essere: “Mi conviene?” Siccome tutto è misurato in base al fatto che io ne abbia un tornaconto personale, questa domanda viene da un cuore egoista ed egocentrico.

Purtroppo è nu tipo di legame che vediamo spesso interno a noi. Nelle amicizie. Nelle coppie. Finché l’altro mi soddisfa allora mi conviene. Quando non mi conviene più finisce l’amicizia, finisce l’amore, si chiudono i rapporti.

Come è differente l’amore di Dio! Per amore nostro ha rinunciato a tutto. Non aveva nessun interesse, nessun guadagno. Tutto da perdere! Gesù è stato oltraggiato, picchiato e fin ucciso per amore nostro. Non perché ne avesse un qualche tornaconto. I suo è stato un amore a senso unico.

9 In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. 10 In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. 11 Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12 Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi. 1 Gv 4:9-12

 

Un’altra reazione che potremmo avere alla domanda di Gesù “Seguimi” è più gentile, ma ugualmente negativa. E’ proprio ciò che fa il secondo discepolo. Trova una scusa, una bella grande! “Devo andare prima a seppellire mio padre”. Non sappiamo se il padre fosse ancora in vita (quindi stava prendendo tempo), ammalato oppure già morto. Ma ciò che sappiamo è che, davanti ad una svolta di portata eterna, davanti al Figlio di Dio che gli parla a faccia a faccia, lui trova qualcosa di più importante da fare.

Chissà se anche tu, nel profondo del tuo cuore, hai sentito la chiamata di Gesù “Seguimi!”. Oppure la stai sentendo adesso. Come risponderai? Mi conviene? Ho qualcosa di più importante da fare? O cos’altro? Qual è la tua scusa?

I discepoli hanno lasciato tutto per Gesù, ed è stata la vita più benedetta, più ricca, più avventurosa, più appagante che potessero vivere. La loro storia ha influenzato e cambiato il mondo. Ma del giovane ricco cos’è rimasto? Un vuoto pieno di amarezza, un obiettivo mancato.

La vita è una sola e corre in fretta. Un giorno ci accorgeremo che l’abbiamo già vissuta. Le scelte che facciamo oggi determina l’esito finale.

Quando l’apostolo Paolo conclude la sua vita lo fa senza rimpianti:

Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. 2 Tim 4:7

 

Qualcuno disse: “L’indifferenza troverà una scusa, l’amore troverà una via”.

 

La risposta di Gesù è tagliente e profonda. Forse tu ed io avremmo detto: “Poverino, mi dispiace tanto, vai pure”. Ma Colui che ha gli occhi come fiamma di fuoco e scruta il cuore e le reni risponde diversamente: “Lascia i morti seppellire i loro morti, ma tu va ad annunciare il regno di Dio”.

Egli vede molto meglio di noi e sa cosa sono le cose veramente importanti. I morti spirituali che seppelliscono i morti fisici. Senza la nuova nascita, senza lo Spirito Santo, abbiamo una vita biologica ma non spirituale; siamo quindi davanti a Dio morti e destinati all’inferno a causa del peccato, eternamente separati da Dio e costretti a soffrire per l’eternità. E’ assolutamente necessario che avvisiamo le persone, le scongiuriamo di fare la pace con Dio, di accettare la salvezza.

Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. 2 Cor. 5:20

 

Se veniste via dall’orlo di un burrone pericolosissimo e vedeste arrivare dei ragazzi distratti in gran fretta andare verso il precipizio cosa fareste? Non provereste in tutti i modi ad avvisarli? Oppure se vi trovaste in un palazzo in fiamme dove tutto sta per esplodere, quale sarebbe la vostra priorità?

Preghiamo che il Signore ci apra gli occhi per vedere le anime come le vede lui. Non come il cieco guarito che vedeva gli uomini come se fossero alberi (Mar 8:24). Il Signore ha dovuto mettere ancora le mani su di lui. A volte anche noi vediamo le anime come alberi, destinati al fuoco.

Stai forse accampando delle scuse per non seguire Gesù? Ti vergogni ancora di parlare di lui a chi non lo conosce? Forse anche tu stai ancora dicendo “Lasciamo prima…” perché non hai capito le giuste priorità.

 

3.   Ti seguirò, si, ma a modo mio

 

La terza persona di cui si parla nel brano, ai vers.61 e 62, è zelante come la prima ma è quella che riceve il maggior rimprovero dal Signore. Anche in questo caso c’è una priorità sbagliata: “Lasciami prima salutare quelli di casa mia”; non si tratta di una scusa ma di qualcosa che diventa più importante della chiamata di Gesù.

Il concetto viene espresso con una forza ancora maggiore nel brano di Luca 14:25-27:

25 Or molta gente andava con lui; ed egli, rivolto verso la folla disse: 26 «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. 27 E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Lc 14:25-27

 

In questo brano il termine odiare è inteso in senso comparativo, non nell’accezione in cui viene usata oggi. Significa che tutto il resto, in confronto all’amore che dovremmo avere per Gesù, risulta come odio.

Nel Vecchio Testamento Dio ha detto di essere geloso. Voleva il popolo tutto per se. Spesso Israele lo abbandonava per gli idoli dei popoli vicini, si rivolgeva ad altri “dei” e faceva pratiche abominevoli. E provocava a gelosia l’unico e vero Dio. Anche noi facciamo ingelosire Dio quando volgiamo ad altri il nostro cuore. Fosse anche con il marito o la moglie, con i genitori o i figli. E’ cosa terribile se Dio deve ricordarci che il primo posto spetta a Lui.

La moglie di Lot viene liberata da Sodoma, dove si praticava l’omosessualità e la depravazione era tale che Dio ha dovuto mandare il suo giudizio, facendo piovere fuoco e zolfo dal cielo, per distruggerla con i suoi abitanti. Lei si volta indietro per vedere la città, cosa che Dio le aveva detto di non fare, e si trasforma in una statua di sale. Perché si è girata? Perché il suo cuore era ancora in quella città. Dio poteva togliere la moglie di Lot da Sodoma, ma non poteva togliere Sodoma dal cuore della moglie di Lot.

Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita. Prov.4:23

Quale priorità c’è nel tuo cuore? Che posto ha Dio? E’ il tuo primo amore oppure è solo un interesse? Dio è geloso, vuole il primo posto, niente di meno.

Questo discepolo dava delle condizioni a Gesù: Ti seguo MA prima saluto la mia famiglia.

Non sono molti i credenti che fanno così anche oggi?

  • Adesso mi consacro allo studio per poi avere un buon lavoro, poi mi impegnerò per Dio
  • Ora ho troppo da fare con il lavoro, mi impegna troppo, non riesco a prendermi incarichi nella chiesa
  • Ho i miei figli e la casa a cui badare, non posso ospitare o frequentare le riunioni
  • Sono avanti con gli anni, le mie forze non sono più quelle di prima. E’ buono che vadano avanti i giovani, io mi riposo.

Quante volte anche tu hai detto “Lasciami prima…” e così accompagnavi gentilmente il Signore fuori dalla porta! Se il Signore ti rispondesse “Non sei adatto al regno di Dio”?

Servire Dio è un grande privilegio, un onore. Dio ha scelto di usare uomini e donne con differenti capacità, con dei limiti e dei difetti, perché in questa debolezza la sua grazia e la sua forza fossero esaltate. Grande testimonianza è resa nel mondo da persone che, per il mondo, sono solo degli handicappati. Come Joni Eriksonn, paraplegica dalla sua adolescenza a causa di un tuffo, ma che è stata usata con libri e film per la gloria di Dio. Oppure Nick Vujicic, nato senza arti, ma diventato conferenziere mondiale e fonte di ispirazione per intere generazioni.

E noi cosa stiamo facendo per il Signore? Come rispondiamo alla sua chiamata “Seguimi!” ?

Quali condizioni stai dando al Signore perché ti usi?

“Dio non sceglie persone abili, ma rende abili le persone che sceglie”

Dona al Signore cinque pani e due pesci, come fece il ragazzino portato da Andrea.

Donagli una bocca balbuziente, come Mosè.

Donagli anche le tue paure come fece Maria.

Ma sicuramente non dargli delle scuse, delle condizioni, del religiosismo, queste cose lui le odia.

Gesù conclude con parole forti: se hai iniziato a seguirmi, a lavorare per me, se hai messo mano all’aratro per preparare il terreno a ricevere il seme, poi ti volgi indietro, non sei degno del regno di Dio.

Forse perché non sei mai stato davvero salvato. Hai fatto molto con i tuoi sforzi senza affidarti davvero al Signore.

Forse perché vuoi dettare le tue regole e condizioni, quindi non ti fidi veramente di Dio, pensi di saperne più di lui.

Oppure hai permesso al nemico, a Satana, di fare breccia nel tuo cuore e hai ascoltato le sue menzogne.

Il popolo di Israele, liberato dalla schiavitù d’Egitto, da una vita di soprusi e senza dignità, vede i miracoli di Dio e poi si mette a piagnucolare nel deserto perché gli mancano l’aglio e la cipolla di prima. Sei anche tu così?

Hai bisogno di chiedere al Signore un collirio per ungerti gli occhi e vedere, perché sei diventato cieco alle cose spirituali (Ap.3:18). Gesù dice che quelli che ama li riprende e li corregge. Se ti senti così loda il Signore perché ti ama e non ha finito con te. Torna sul sentiero, metti mano all’aratro, lavora per l’opera di Dio e per la sua gloria!

Il Signore oggi ti sta ancora chiamando: “Seguimi”.

Non andare a lui senza considerare il prezzo da pagare: lui ti sta chiedendo tutto, niente di meno.

Non accampare scuse per non fare la sua volontà. Non c’è qualcosa di più importante di essere al centro del suo piano per te, raggiungendo le anime.

Nono mettere condizioni a Dio, non essere cristiano “a modo tuo”. Solo ciò che vuole Dio è importante. Mettendo lui al posto giusto tutto il resto andrà al posto giusto.

Seguiamo Gesù.

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